STRALCIO  del  CAP: VII

Ma chi era la vigilessa ? Sanfilippo, citandola prima tra i testi l’ha definita la regina della calunnia e quindi costei merita un discorso a parte degno di una regina, dal momento che è stata determinante nella sua condanna  ed è il personaggio al centro di questa cronaca.

Antonella Melesi, nata a Lecco il 22.5.66, 22 giorni dopo l’arrivo di Sanfilippo e non certo da un parto regolare (chi l’ha conosciuta non può non essersi chiesto ma da dove è uscita), a 19 anni il 31.12.1985 è stata assunta tra i vigili perché apparteneva al movimento di C.L. in quanto cugina del consigliere comunale architetto Melesi. L’invadenza e la baldanza di quella ragazza fu subito notata con particolare disappunto dai colleghi e dal Comandante. Si dava del tu con Boscagli, Micheli, ecc. e lo ostentava persino quando era di servizio davanti al portone del Comune in occasione del Consiglio Comunale, posto che quando entrava il Sindaco integrava il saluto militare con un eclatante ciao Giulio, ammiccando agli astanti. In sostanza amava ostentare di essere una  raccomandata di ferro. Dopo alcuni mesi dall’assunzione costei incominciò a flirtare con il Vice Ispettore di Polizia Dante Russo, per cui passava le ore di servizio al Commissariato anziché sulla strada. Comportamento che ovviamente non poteva passare sotto silenzio, tant’è che Sanfilippo per qualche tempo evitò di assegnarle la zona di Corso Martiri, dove c’era il Commissariato di P.S. E poiché tale accorgimento si era rivelato inefficace, Sanfilippo, per tenere la Melesi fuori dal Commissariato, portò la questione alla cognizione del Vice Questore Acierno, dopodiché, il problema fu risolto. Ovviamente incominciò a serpeggiare verso Sanfilippo un certo odio da parte dei due piccioni che non potevano più tubare in servizio. Che la Melesi fosse una mitomane si era capito subito allorché per avere due giorni di permesso piangendo inventò il tumore della madre che era invece sana come un pesce, ma, a parte l’immunità disciplinare di cui godeva, per il resto non aveva creato grossi problemi anche perché la sua permanenza nel Corpo di Polizia Municipale di Lecco durò poco. Il 30 aprile 1988 tolse il disturbo per trasferirsi nel Comune di Bosisio Parini, dove rimase fino al 31.10.92, data in cui purtroppo fece ritorno al Comando Vigili di Lecco. A Bosisio però ne combinò di tutti i colori: a) denunciò il Sindaco per omissione di atti d’ufficio perché non aveva provveduto a fare rimuovere dalla superstrada un fustino di liquame da lei segnalato alcuni giorni prima; b) ad una collega  raccontò che il marito Dante Russo non la voleva sposare dopo averla messa incinta e che prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare; c) ad un’altra collega  raccontò che era rimasta  incinta da un Assessore di quel Comune e se veramente aveva mantenuto la promessa di farla pagare al povero Dante,  il figlio Angelo nato il 27.05.91 potrebbe essere di quell’Assessore e quindi con un futuro di Sindaco ; d) per non espletare servizio di pattuglia serale con il collega lo accusò al Sindaco di molestia sessuale, in quanto, a suo dire, le palpeggiava, si badi bene, non le tette, cosa molto più agevole e piacevole,  ma il culo mentre era seduta in auto; e) denunciò il becchino del Comune perché un forte nubifragio aveva fatto affiorare alcune ossa, che, attesa la profondità della tomba, erano forse  di qualche cane. Ma l’acme della mitomania fu raggiunto allorché disse all’impiegata dell’Ufficio Personale di essere laureata; e poiché si accorse di averla sparata grossa perché quest’ultima era depositaria del suo fascicolo personale contenente anche il titolo di studio, soggiunse : mi raccomando, è un segreto, il certificato  non lo presento perché non voglio che si dica che mi dò delle arie. Il comportamento della Melesi a Bosisio purtroppo non può essere scandito perché attiene a confidenze ricevute in quel comune e registrate su nastro. Tanto è stato il fastidio che la Melesi ha dato nel  Comune di Bosisio che il suo rientro a Lecco è stato salutato da amministratori e impiegati di quel comune come il frutto di un esorcismo. Di tutto ciò Sanfilippo era ovviamente a conoscenza per gli ottimi rapporti che egli aveva con il collega che, al dire della Melesi, la molestava sessualmente; sapeva quindi quanto pericolosa fosse costei. Ed è perciò che quando è rientrata a Lecco la teneva a distanza. A Lecco però la Melesi andò completamente fuori di testa, era diventata più matta di un cavallo e per ogni diavoleria che combinava aveva una collega intima a cui confidarla, collega che puntualmente andava a sussurrare all’orecchio del Comandante (i ruffiani sono la linfa vitale di un Corpo di Polizia che si rispetti ). Inventò il furto del portafoglio per essere interrogata da Bocciolini o da Consolandi (diceva che le piacevano entrambi) e dopo essere stata interrogata da Bocciolini ritrovò il portafoglio;

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Sull’uscita di Sanfilippo è successo un fatto allucinante. Premesso che le sanzioni disciplinari previste dal  C. C. N. L. sono la censura, la sospensione fino ad un massimo di dieci giorni e la destituzione, il Sindaco Bodega aveva ordinato al Segretario Generale di comminare a carico di Sanfilippo la destituzione allo scopo di privarlo degli stipendi arretrati e di quant’altro. Il Segretario era stato minacciato da costui che, ove non avesse ottemperato, sarebbe stato sostituito e messo in disponibilità. Il Segretario, da quel galantuomo che era, non se l’è sentita e fece presente al Sindaco che la destituzione era palesemente illegittima e quindi annullabile dal TAR. Risposta di Bodega :  Facciamolo ricorrere, tanto passano vent’anni e fa in tempo a morire di fame. Non importa se dobbiamo pagare di più agli eredi!!!  Il galantuomo Vaglio, sesto tra cotanto perbenismo che occupa questa cronaca, si impuntò ma, 

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Sanfilippo fin qui ha detto male di tutti, e non è finita! Si sono salvati soltanto  Alessandro Rusconi, l’ultimo Sindaco galantuomo, Marco Cariboni, Luciano Tommaselli, il cui galantomismo è unico nel Palazzo, Edoardo Fumagalli, l’arbiter eleganthiarum del perbenismo forense, idem, l’avv. Giuseppe Bova e il galantuomo Vaglio. Tutto qui? Si, ma purtroppo la colpa non è di Sanfilippo se la piazza non offre di più. Mancava una donna ed ecco che a chiusura di questo capitolo arriva inaspettata la dr.ssa  Costanza Cremascoli, colei che subentra. Quale migliore occasione per denigrarla! Eppure no, l’onestà di Sanfilippo non lo consente. Mens sana in corpore sano (Locke: Pensieri sull’educazione) ! Non c’è che dire,  a quella scrivania era andata a sedersi una bella ragazza, veramente splendida ! Bisogna genuflettersi di fronte alla umana bellezza! E Sanfilippo è stato sempre sensibile al bello; avere sposato una bellissima ragazza con 24 anni meno di lui ne è la prova, anche se il matrimonio è stato distrutto dagli autori di questo complotto che saranno indicati a momenti nel capitolo seguente. Allo stato però Sanfilippo è felicemente divorziato, sì, perchè egli riesce a fare tutto felicemente, quando si sposa, quando divorzia, quando si fa condannare, quando pubblica la presente cronaca e persino quando si accomiaterà da questa società. Comunque, tornando alla bellezza,  Sanfilippo non può non riconoscere che Costanza a quella scrivania splende più di lui. Erano trascorsi circa quattro anni dal suo insediamento e non aveva avuto ancora il piacere di conoscerla perché al Comando Vigili non aveva più messo piede; un giorno gli fu presentata al Palazzaccio dal Capo Servizio De Franco e dopo poche battute  capì  che aveva perso qualcosa per non averla conosciuta prima; si accorse che oltre alla bellezza del corpo c’era anche quella dell’anima e la reminiscenza scolastica lo condusse al grande filosofo dianzi citato. Il fatto stesso che costei si fosse intrattenuta a conversare con il mostro delle prime pagine senza tema di essere destituita dall’incarico dimostrò coraggio e fermezza d’animo e Sanfilippo ha sempre amato le persone coraggiose. Da lì i due sono diventati buoni conoscenti, forse anche amici, per quel tanto che basta a comprendere che la Cremascoli era veramente all’altezza di ricoprire quel posto perchè aveva coraggio e il coraggio, diceva Don Abbondio, se non lo hai, non si può comprare. Intelligente, preparata  e, quel che conta, capace di farsi rispettare dai propri collaboratori e soprattutto dagli Amministratori, i quali, quando  scoprono che sei debole e servile, ti usano e ti sovrastano. Ma ahilei, appena si sono accorti che era in gamba, l’hanno imbrigliata affrettandosi a nominare il suo Comandante, prima Vitale e poi Leni, uno più incapace dell’altro.  Il primo, Michele Vitale, traghettato dalla Brianza a Lecco da Piantelli e offerto da quest’ultimo al Sindaco Bodega come strenna di Natale, appena conquistò il 9° livello dirigenziale (in Brianza aveva l’8°) e fu nominato Comandante, combinò tante di quelle stronzate  che fu sostituito dopo pochi mesi da Enrico Leni, colui che la Cremascoli aveva trovato come Coordinatore e che l’Amministrazione aveva sostituito con Vitale in quanto pupillo di Piantelli. Ah, già, ma chi era Piantelli? Piantelli era quel Direttore Generale (leghista) nominato, secondo una legge dello stesso tipo del decreto Stammati (2° Cap.), dal Sindaco come doppione a latere del Segretario Generale al prezzo di lire duecento milioni all’anno,ovviamente a spese dei contribuenti. In sostanza era un caso sui generis come quello dell’ISGO di Stammati (pag. 18), di Zanin (pag. 81) e  di Bay (pag. 140). Sanfilippo si astiene dal formulare giudizi su Piantelli e non per tema di essere smentito o querelato ma per rispetto al lettore e quindi per non apparire pedante; Piantelli, purtroppo, non è un documento che si può introdurre nello scanner, per cui Sanfilippo potrebbe non essere creduto; ma per fortuna, ove il lettore volesse appagare la propria curiosità, viene a sostegno il fatto che l’incapacità, l’inettitudine e l’ignoranza di Piantelli hanno lasciato veramente il segno e sono quindi di dominio pubblico. Basterà perciò che egli si accosti al portone del Municipio e chieda al portinaio Vincenzo Gentile: Scusi, mi sa dire chi è Piantelli? E scopre che è come avere chiesto al vigile dov’è il marciapiede di fronte ! Sanfilippo un giorno incontrò Bodega in palestra al centro ginnico e gli disse scherzando: Sindaco, Lei tiene in Comune un Direttore Generale a duecento milioni all’anno della cui incapacità ed inettitudine tutti si sono accorti, persino il portinaio; tutti tranne Lei. Ora i casi sono due: O Lei capisce meno del portinaio oppure del suo stipendio fate a metà. Ovviamente Bodega s’è messo a ridere. Poi, con riferimento al comportamento del Vice Segretario Giovanni Monaco,  Sanfilippo incalzò con un paio di domande specifiche e la conversazione ebbe fine. Ma di quale Sindaco stiamo parlando? Forse è bene precisarlo. Si discute di quel Lorenzo Bodega che è andato a finire a Striscia la notizia per aver detto nel suo primo discorso di insediamento che egli avrebbe realizzato un  programma breve e circonciso (forse alludeva ad un programma ebraico), programma che non avrebbe fatto uscire i giovani dal seminario (tutti preti e nessun ortofrutticolo). Il famoso Crippa, ex Presidente dell’Unione Commercianti, rinomato a Lecco perché amava umoristicamente storpiare le parole, colui che condannava gli extracomunitari che sturpavano le nostre donne, che chiamava OH OH la farina DOPPIO ZERO e stava al capezzolo della moglie quando era ammalata, al cospetto di Lorenzo Bodega era un campione di letteratura. Ma ritorniamo alla Cremascoli ed al suo secondo Comandante Enrico Leni. Allorché il Sindaco Bodega  si era accorto che, sostituendo il Coordinatore Leni con il Comandante Vitale, era passato dalla padella alla brace, preferì ritornare in padella, nominando Leni Comandante a tutti gli effetti. Tutto ciò ovviamente per non avere come Comandante la Cremascoli, la quale si era rivelata un personaggio scomodo. Quest’ultima aveva già ricevuto la prima stoccata nel concorso in cui l’Amministrazione aveva agevolato il leghista Luigi De Ciuceis e per questo aveva interposto ricorso al TAR; e nel Comune di Lecco, con una mentalità ancora in fase di sviluppo, chi ricorre al TAR è perduto. Costanza Cremascoli però, probabilmente meno aggressiva e caparbia ma certamente non meno intelligente di Sanfilippo, preferì togliere il disturbo per andare a ricoprire il posto di Comandante nella limitrofa Calolziocorte e così l’Amministrazione di Lecco ha potuto soddisfare la voglia di perdere un elemento prezioso. Ma si vede che non c’è posto per le persone intelligenti in una classe politica locale non sufficientemente preparata! Purtroppo però comandante si nasce e Leni non lo nacque (direbbe Totò). Ma costui per il Sindaco non era più un problema; Bodega, senza lo spauracchio di Cremascoli Comandante, ha rispedito Leni all’Anagrafe e, dopo il gran rifiuto di De Ciuceis che per rientrare a Lecco voleva più soldi, ha dato l’incarico di comandare il Corpo ad un giovane Capo Servizio, Marco Baffa , un bravo  ragazzo, la cui intelligenza,  buona volontà e preparazione Sanfilippo ha avuto modo di apprezzare mentre era vigile al  suo comando. Riuscirà costui a mettere in sesto questo Corpo così travagliato e disgraziato non certo per colpa del personale?  Vedremo, nella speranza che non si faccia inquinare e travolgere dall’arroganza del potere.

 

…CONTINUA…