STRALCIO del CAP. XII

Con la seconda diffida della pagina che segue è stato osservato alla Dal Monte che la presente lettera contiene 4 errori di grammatica. Non è facile trovare uno che diffida per 2 volte il PM e in più gli fa notare di non avere rispettato la grammatica italiana. Sanfilippo lo sa che ciò avrà un costo che non tarderà ad arrivare con la richiesta di archiviazione di quel P.M., che vorrà sostenere l’operato della Barbara risparmiando così ancora una volta la Melesi.

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Nel decreto di archiviazione che segue il Gip De Vincenzi alla lettera c) scrive che le dichiarazioni della Melesi sul conto di Sanfilippo “vertono su fatti la cui rilevanza attiene alla sfera etica od al più disciplinare, non implicando profili di incidenza penale”. Si riferisce a quelle rese alla Barbara nel 1993, secondo le quali Sanfilippo le avrebbe anche confidato che portava la moglie minorenne a Milano a fare la prostituta. Se questa è la valutazione che dà il magistrato di un fatto così grave, a Sanfilippo non dispiacerebbe sapere cosa sarebbe successo allora se la Melesi avesse dichiarato alla Barbara di avere ricevuto la confidenza del giudice De Vincenzi che per avere la docenza all’università aveva dovuto portare la moglie nel letto del Magnifico Rettore o che la Dal Monte le avesse confidato che per mantenersi agli studi frequentava  una casa di appuntamento o che Mannucci le avesse detto di essere l’amante del vigile Portioli o che la Rota si fosse invaghita di lei rivelandosi una lesbica ninfomane o che le avesse confidato di essere andata a letto con il pregiudicato Parisi pur di avere la scorta dal Ministero. Certo sono dichiarazioni che, al pari di quelle rese sul conto di Sanfilippo, avrebbero fatto inorridire specie se rese sul conto dei magistrati appena citati, la cui specchiata onestà e virtù è di esempio a tutta la città.     

   

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