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Spett.le Redazione “La Provincia” di L E C C O

Lettera aperta
Lecco, 30 aprile 2009. 

Egregio Direttore, ho letto nell’articolo di ieri a pagina 25 del quotidiano che Ella egregiamente dirige, l’indignazione dell’immobiliarista Carlo Molteni, sindaco di Varenna, per l’operato del Giudice di pace di Bellano che ha accolto alcuni ricorsi proposti contro il Comune, annullando i verbali della Polizia Locale per velocità accertata elettronicamente. Evidentemente all’immobiliarista Molteni sfugge che nel nostro ordinamento esistono tre gradi di giudizio, per cui nulla vieta a costui di percorrerli e con i 40 mila euro incassati la scorsa estate se lo può permettere. Il fatto è, invece, che la levata di scudi del Molteni, “ex abrupto”, provoca solo sconcerto e dimostra quanto deleteria sia la politica quando dà alla testa e fa spumeggiare l’ignoranza. Non par dubbio, quindi, che le dichiarazioni offensive di un pubblico amministratore contro l’amministrazione della giustizia, utilizzata, secondo lui, dallo Stato per vanificare le misure del sindaco di Varenna, intese a garantire la sicurezza dei cittadini, vanno stigmatizzate, e “per tabulas”. Il signor Molteni, preso probabilmente dai lauti guadagni prodotti dalla gestione delle sue numerose agenzie immobiliari, che gli fanno perdere di vista come sa di sale lo pane altrui, crede di poter fare il sindaco trascurando il rispetto delle leggi con la scusa di volere esercitare una gratuita azione di prevenzione non richiesta e che invece è soltanto repressione con mezzi illegali. Il fatto che la comandante della Polizia Locale Marisa Denaro (comandante di se stessa, visto che è l’unico vigile in forza al Comune) non abbia installato nessun cartello di avviso relativo al rilevamento elettronico della velocità e abbia montato l’apparecchiatura dinanzi all’ingresso di un garage, in un anfratto addirittura fuori dalla carreggiata, per la cultura giuridica del Molteni è un cavillo che vanifica l’azione di prevenzione mentre per la Cassazione Penale è truffa. Al Molteni sfugge che la prevenzione ostentata da costui è pura retorica, dal momento che l’unica forma di prevenzione è quella del legislatore nella misura in cui ha sancito che le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli temporanei o permanenti installati con adeguato anticipo a non meno di 400 metri e comunque a non più di quattro km rispetto al luogo ove viene effettuato il rilevamento della velocità, in modo da garantirne il tempestivo avvistamento; non solo, ma in modo che tra il segnale e il luogo di effettivo rilevamento non vi siano intersezioni stradali che comporterebbero la ripetizione del messaggio dopo le stesse. Se, invece, la Marisa Denaro non rispetta il dettato legislativo, non segnala l’apparecchiatura ma la occulta dinanzi all’ingresso di un garage in un anfratto fuori dalla carreggiata, non solo dimostra di avere finalità essenzialmente repressiva ma, alla luce della recentissima sentenza della Cassazione Penale n. 11131/09, risponde in concorso con il sindaco del reato di truffa. E questo, caro Molteni, non è un cavillo del Giudice di Pace. Se Molteni ha pagato per un autovelox senza cartello, ciò attiene soltanto alla sua “ignorantia legis” e non a quella del Giudice; e non può pretendere, con un ragionamento simile a quello della serva, che anche gli altri paghino con la privazione del loro diritto di difesa sancito dall’art. 24 della Costituzione. Ma v’è di più, il sindaco sbotta che i Giudici di Pace, “invece di applicare le norme come dovrebbero fare, entrano nel merito delle contestazioni dando ragione arbitrariamente all’una o all’altra parte”. Non v’è chi non veda come qui il Molteni tocchi il fondo, nella misura in cui sostiene che il Giudice di Pace invece di fare quello che fa, fa quello che deve fare, ossia entra nel merito delle contestazioni dando ragione all’una o all’altra parte (è il suo lavoro!). Ma evidentemente per la cultura giuridica del Sindaco Molteni ciò è arbitrario. Caro Molteni, se un motociclista è stato fotografato dall’autovelox (rectius Velomatic 512) mentre viaggiava a 192 chilometri orari, la colpa è del Sindaco che non riesce ad imporre al vigile il rispetto delle leggi. Se vi fosse stato il cartello quel motociclista sarebbe andato più piano. E’ vero che l’Italia ancora una volta si conferma la repubblica dei furbi, ma stavolta i furbi non sono gli utenti della strada ma i sindaci, che, per rifarsi contro i tagli dello Stato, noleggiano il misuratore di velocità e, in dispregio delle norme, arricchiscono il loro bilancio sulla pelle di coloro che non arrivano alla terza settimana; tra questi, i più ingordi sono quei comuni che, come Varenna, dispongono di un solo vigile (rectius vigilessa), che, anziché adempiere ai normali servizi di istituto, che sono tanti, viene mandata dal Sindaco sulla strada a far soldi. E’ facile, ma non fa onore, bearsi poi di avere elevato sanzioni per un totale di 75 mila euro. Ma la cosa più aberrante, che è sfuggita al sindaco Molteni (farebbe bene a preoccuparsi di più degli affari del Comune), è che egli non sa che, nelle cause contro il proprio Comune, il Sindaco non si è nemmeno costituito ed è, pertanto, contumace. Non solo, l’agente Marisa Denaro, citata a comparire in qualità di teste, per la seconda volta non si è presentata, per cui il Giudice di Pace, di cui in numerose udienze ho avuto modo di apprezzarne preparazione, professionalità, equilibrio, correttezza e soprattutto onestà mentale, non aveva altra scelta che accogliere il ricorso ed annullare il verbale, piuttosto che far venire la teste con l’accompagnamento coatto. Ecco, bene avrebbe fatto il sindaco a consigliarsi con un legale prima di offendere cosi maldestramente i giudici che meritano rispetto anche quando la loro sentenza viene cassata dal Supremo Collegio. E allora da dove promana tanta baldanza e sicumera di volerne sapere più di un giudice? Certamente da quello sparuto numero di elettori che lo ha votato. Ecco cosa può fare la politica quando dà alla testa, riesce persino a far spumeggiare l’ignoranza che diventa sapienza. Sarebbe auspicabile, invece, che il sindaco Molteni riuscisse, se ne è capace, a far lavorare il personale a lui sottoposto nel rispetto della normativa vigente e così diminuirebbero gli abusi di potere, gli incassi a danno della povera gente e i ricorsi. Molteni, intanto Lei non demorda, noleggi l’autovelox anche per la prossima estate, nella speranza che gli automobilisti, dopo questa squallida vicenda, l’abbiano capita e non siano tanto ingenui da ricadere nella Sua trappola. Si affretti a stipulare il contratto, che tanto il legislatore sta già provvedendo a vietare l’uso dell’autovelox ai vigili, togliendo loro dalle mani un giocattolo pericoloso con il quale non sanno giocare e, quindi, possono farsi male. In ogni caso, sappia che al Giudice di Pace del Suo autovelox non gliene frega nulla se non è una trappola. Comunque, trovo molto singolare l’ingordigia del sindaco che si indigna per qualche verbale annullato dal giudice a fronte dei 75 mila euro incassati da coloro che hanno pagato ingiustamente. Grato se, per amore di verità e giustizia, vorrà compiacersi di pubblicare la presente, La ringrazio e Le porgo distinti saluti, dr. Calogero Sanfilippo.
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