ASSOCIAZIONE di VOL.RIATO |
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SEDE di 23900 LECCO |
TRIBUNALE DEI DIRITTI DEI PUBBLICI
DIPENDENTI
SENSAZIONALE
!
LO
STESSO VERBALE ILLEGITTIMO, NOTIFICATO 4 VOLTE, PROVOCA 4 RICORSI ACCOLTI DAL
GIUDICE DI PACE DI LECCO, DR.SSA NICOLETTA COSSIO
Quando
la P.A. vuole dare cattiva prova di sé
non
solo ci riesce bene ma non bada a spese.
Alla
ribalta stavolta non è il vigile urbano di Roccacannuccia ma la Polizia
Stradale, quella che tutti considerano “la regina della circolazione
stradale”, e, nel caso di specie, la Sezione di
Milano, capitale economica e industriale d’Italia. Ma la controparte è
il dr. Calogero Sanfilippo, un addetto ai lavori che in materia di codice della
strada non è uno sprovveduto, per essere stato per oltre trent’anni l’ex
Comandante della Polizia Municipale di Lecco e all’epoca docente di procedura
amministrativa nei corsi regionali di formazione ed aggiornamento dei vigili
urbani della Lombardia. Il soggetto in discorso, Presidente dell’associazione
“Tribunale dei Diritti dei Pubblici Dipendenti” e delegato SOS UTENTI per la
Lombardia al servizio dei consumatori, in tale veste, dopo la clamorosa scoperta
riferita in questo sito che la superstrada Milano – Sondrio non è strada
extraurbana principale ma secondaria e che illegittimamente sono stati
contestati in tre anni oltre centomila verbali, ha preso a cuore la posizione di
quanti vengono colpiti dal rigore del codice della strada (autovelox e Photo
Red) e sta gestendo una miriade di ricorsi, a tutt’oggi una cinquantina, tutti
con scontato esito positivo.
Ad
oggi comunque nessuna sconfitta.
Il
caso qui esposto attiene ad una situazione sui generis.
In
data 05.01.2005 veniva notificato dalla Polstrada di Milano, nei termini di 150
giorni previsti dalla legge, all'utente Maurizio il verbale n. ATX 250883 in cui
si contestava la velocità eccessiva del 12 agosto 2004 sulla superstrada SS 36
Colico – Milano, con invito a comunicare il nominativo del conducente. Maurizio forniva il nominativo del presunto trasgressore nella
persona del genitore e interponeva ricorso perché, avendo
scoperto che la SS 36 è una strada extraurbana secondaria anziché principale,
vi era l’obbligo da parte della Polstrada di fermare e contestare
immediatamente l’illecito, cosa invece che non ha avuto luogo. Quest’ultima
in data 17.05.05, sempre nei termini di 150 giorni, correttamente notificava lo
stesso verbale n. ATX 250883 al conducente, il quale interponeva
ricorso per lo stesso motivo. Qui ci si sarebbe dovuti fermare. Ma,
evidentemente, lo stesso agente notificatore, spinto da una solerzia oltre
misura, rinotificava in data 26.07.05, stavolta fuori termini di circa due mesi,
sempre il verbale n. ATX 250883 ancora al conducente,
costringendolo a presentare un terzo ricorso, “conditio sine qua non” per
non essere assoggettato al pagamento pur avendo ragione.
Ma
non finisce qui, perché l’autorità procedente, inopinatamente, nonostante
fosse stata informata per legge quale controparte dei tre procedimenti pendenti,
radicatisi presso lo stesso Giudice di Pace proprio per effetto della
segnalazione fatta dal proprietario Maurizio, a quest’ultimo in
data 17.10.2005 notificava ex abrupto (per chi non sa il latino, “a membro di
segugio”) un quarto verbale di € 368, attribuendogli falsamente di non aver
fatto quella segnalazione del gennaio 2005 che era invece alla base dei
tre procedimenti. All’udienza del 10.05.2006, dopo quasi due anni dal fatto,
avanti il Giudice di Pace di Lecco, dr.ssa Nicoletta Cossio, finalmente il caso
si è chiuso con l’accoglimento dei quattro ricorsi e con il capo cosparso di
cenere della Prefettura che ne ha chiesto umilmente l’accoglimento con compensazione delle spese.
Per
comprendere appieno il danno che la Pubblica Amministrazione sa arrecare
all’utente giovi sottolineare una circostanza a dir poco allucinante. Poiché
la violazione comportava la sanzione accessoria della sospensione della patente
per un mese, oltre la decurtazione di 10 punti, in pendenza di ricorso, la
Prefettura di Lecco emetteva ILLEGITTIMAMENTE il provvedimento di sospensione a
fine luglio del 2005 quando il malcapitato era in procinto di partire per le
vacanze. Poiché iniziava il periodo di interruzione dei termini (1° agosto –
15 settembre) ed appariva difficoltoso ricorrere al Giudice di Pace per la
restituzione immediata della patente, costui si era rifiutato di
consegnarla in Questura, riservandosi di fare ciò nei primi giorni di
settembre. Al rientro dalle vacanze si è presentato in Questura per la notifica
del provvedimento ma il provvedimento non c’era più perché, secondo quanto
riferito dall’agente, la Prefettura, accortasi dello svarione, lo aveva
revocato.
La
domanda sorge spontanea:
Quid
juris, ove il cittadino, ignorante della legge
almeno
quanto il Vice Prefetto addetto al contenzioso,
in
ossequio ad un provvedimento del Prefetto,
si
fosse privato della patente per un mese con danno
economico
e morale facilmente immaginabile,
per
poi scoprire che aveva ragione ?
Al
lettore l’ardua risposta!
I
processi in corso curati dal dr. Sanfilippo come delegato SOS UTENTI sono una
cinquantina
ma i cittadini che hanno pagato ingiustamente sono oltre 100.000 in 3 anni.
Il dr. Calogero
Sanfilippo si dice convinto che, fino a quando gli organi di polizia che
sbagliano non vengono condannati al pagamento delle spese, l’arroganza e la
disinvoltura non avrà mai fine e contagerà sempre di più anche le
amministrazioni locali.
Dr. Calogero Sanfilippo.